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Generale Oreste Genta compie 103 anni

avviso Roma, 31 ott. - Centotre anni. Sono quelli che sabato compira' il generale di squadra aerea Oreste Genta, ospite oggi a Palazzo Aeronautica del Capo di Stato Maggiore della forza armata, il generale di squadra aerea Pasquale Preziosa. Durante l'incontro, spiega una nota dell'Aeronautica, Genta ha ripercorso, ''con dovizia di particolari'', la sua lunga carriera da pilota dell'Aeronautica Militare.

Il generale Genta rappresenta oggi l'unico superstite del corso "Leone". Arruolato nella Regia Accademia Aeronautica nel 1931, ha trascorso l'intera vita operativa nella Ricognizione Marittima Lontana, in supporto alle unita' navali e assumendo il comando di alcune unita' che ancora oggi sono parte attiva del 15° Stormo dell'Aeronautica Militare, come la 141 e la 142 Squadriglia e l'82° Gruppo (oggi 82° Centro Combat Search And Rescue). Parlando della cooperazione tra l'Aeronautica e la Marina, un tema sempre d'attualita', il generale Genta ha ricordato con piacere di aver prestato servizio sul velivolo Ro.43 per quasi 7 anni, imbarcato sulle navi Pola, Diaz, Duca degli Abruzzi e Trieste, e con il quale decollava dalle navi su cui era imbarcato con la procedura del "lancio della catapulta", vale a dire la modalita' con cui il velivolo veniva di fatto lanciato dal ponte della nave.

Oggi l'unico esemplare di Ro.43 rimasto al mondo, dopo due anni di lavori di restauro, e' conservato nel Museo Storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, a Roma. Genta ha volato inoltre sul mitico Cant Z.501 "Gabbiano", denominato "Mammajut", e su tale velivolo il 28 aprile 1942 si merito', insieme agli quattro altri membri del suo equipaggio, la Medaglia d'Argento al Valor Militare sul campo. Quel giorno, infatti, durante un volo di scorta navale nel Golfo della Sirte, il suo idrovolante fu attaccato da tre Bristol Blenheim inglesi, ma nonostante i numerosi danni al velivolo e il grave ferimento dell'equipaggio, l'allora capitano Genta riusci' con freddezza e perizia a rientrare alla base. Roma, 31 ott. - Centotre anni. Sono quelli che sabato compira' il generale di squadra aerea Oreste Genta, ospite oggi a Palazzo Aeronautica del Capo di Stato Maggiore della forza armata, il generale di squadra aerea Pasquale Preziosa. Durante l'incontro, spiega una nota dell'Aeronautica, Genta ha ripercorso, ''con dovizia di particolari'', la sua lunga carriera da pilota dell'Aeronautica Militare.

Il generale Genta rappresenta oggi l'unico superstite del corso "Leone". Arruolato nella Regia Accademia Aeronautica nel 1931, ha trascorso l'intera vita operativa nella Ricognizione Marittima Lontana, in supporto alle unita' navali e assumendo il comando di alcune unita' che ancora oggi sono parte attiva del 15° Stormo dell'Aeronautica Militare, come la 141 e la 142 Squadriglia e l'82° Gruppo (oggi 82° Centro Combat Search And Rescue). Parlando della cooperazione tra l'Aeronautica e la Marina, un tema sempre d'attualita', il generale Genta ha ricordato con piacere di aver prestato servizio sul velivolo Ro.43 per quasi 7 anni, imbarcato sulle navi Pola, Diaz, Duca degli Abruzzi e Trieste, e con il quale decollava dalle navi su cui era imbarcato con la procedura del "lancio della catapulta", vale a dire la modalita' con cui il velivolo veniva di fatto lanciato dal ponte della nave. Oggi l'unico esemplare di Ro.43 rimasto al mondo, dopo due anni di lavori di restauro, e' conservato nel Museo Storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, a Roma.

Genta ha volato inoltre sul mitico Cant Z.501 "Gabbiano", denominato "Mammajut", e su tale velivolo il 28 aprile 1942 si merito', insieme agli quattro altri membri del suo equipaggio, la Medaglia d'Argento al Valor Militare sul campo. Quel giorno, infatti, durante un volo di scorta navale nel Golfo della Sirte, il suo idrovolante fu attaccato da tre Bristol Blenheim inglesi, ma nonostante i numerosi danni al velivolo e il grave ferimento dell'equipaggio, l'allora capitano Genta riusci' con freddezza e perizia a rientrare alla base.