REVISIONE COEFFICIENTI DI CAPITALIZZAZIONE
26/10/2011Nella mattinata del 25 ottobre scorso – come previsto – si è svolta l’attesa udienza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite per deliberare sulla materia in oggetto. Si trattava di una causa emblematica e giunta alla sua decisione finale visto che il ricorso dell’INPS avverso alla sentenza di II grado favorevole ad una nostra Collega andata in pensione prima del luglio 1997 era stato già esaminato in precedenza sia dalla Sezione Lavoro sia dalle stesse SU subendo rimandi vari fino all’ultimo occorso l’8 marzo 2011.
La memoria presentata e poi illustrata in questa udienza dall’avv. Paolo Boer è stata dedicata sia a contrastare le ordinanze del 18.1.2011 della Sezione Lavoro che avevano sostenuto come applicabile al caso la decadenza triennale (anziché quella decennale) malgrado ciò fosse in contrasto con precedenti sentenze delle SU, sia a reiterare – con passione giuridica e logica consequenziale stringente - tutte le questioni di diritto esistenti a favore della revisione dei coefficienti di capitalizzazione utilizzati dall’INPS in maniera impropria.
E’ servito a poco.
La seduta – durata non oltre 15 minuti – ha fornito a chi, come noi, era presente nell’aula magna dell’Alta Corte un’immagine sconfortante sui nostri procedimenti giudiziari. Per quanto la formula finale recitata dal presidente della Corte sia stata “ricorso trattenuto per il giudizio” sono emersi nell’occasione tutti i pregiudizi, le contraddizioni e le prepotenze di una giustizia precostituita e tale da negare persino i precedenti giuridici enunciati dallo stesso Organo Costituzionale in altri casi, anche recenti.
Pertanto pur se il giudizio della Corte – si pensa – verrà formulato e reso pubblico entro un paio di mesi è nostra impressione che ci sia poco da sperare lasciando quindi agli eventuali interessati a proseguire il contenzioso per la revisione dei coefficienti di capitalizzazione delle pensioni la sola possibilità di adire al Tribunale Europeo dei diritti dell’uomo a Strasburgo.